I romanzi di formazione italianiI romanzi di formazione italiani, caposaldo dei quali si può considerare, a modo suo, I promessi sposi (1827) di Alessandro Manzoni (1785-1873): naturalmente si tratta di un romanzo italiano fra i più complessi, sfaccettati e tuttora analizzati del nostro panorama, che quindi rientra in molte altre classificazioni narrative, anche se la storia di Renzo e Lucia rimane comunque annoverabile fra i più illustri percorsi di formazione della letteratura ottocentesca.
Ottocento e primo NovecentoSe osserviamo le altre pubblicazioni italiane del XIX secolo, noteremo che non mancano poi romanzi di formazione propriamente detti, e afferenti spesso alla produzione cosiddetta “alta”: da Le confessioni d’un italiano (1867) di Ippolito Nievo (1831-1861) a un romanzo siciliano del calibro di Storia di una capinera (1871), o anche de I Malavoglia (1878), entrambi tra i più significativi romanzi di Giovanni Verga (1840-1922).
Pochi anni dopo, e precisamente nel 1883, Carlo Collodi (1826-1890) pubblica invece Le avventure di Pinocchio, che è un romanzo di formazione tra i più amati e tradotti in tutto il mondo ancora oggi, e a seguire arrivano Cuore (1886) di Edmondo De Amicis (1846-1908) e nel 1912 Il Giornalino di Gian Burrasca di Vamba (1858-1920): tre opere grazie alle quali – sebbene in maniere differenti – gli scontri generazionali e le difficoltà quotidiane del protagonista hanno a che fare anche con il mondo della scuola.
Dopodiché, spostandoci al periodo successivo alla prima guerra mondiale, osserviamo che il cardine intorno a cui ruotano molti romanzi di formazione italiani diviene l’iniziazione dei sentimenti – fra le pubblicazioni più celebri, ricordiamo Con gli occhi chiusi (1919) di Federigo Tozzi (1883-1920) e Gli indifferenti (1929) e Agostino (1944), scritti dallo scrittore e giornalista Alberto Moravia (1907-1990).
Com’è evidente, tuttavia, nei casi citati non si può parlare di vere e proprie storie d’amore, o di libri romantici, bensì di opere in cui con le vicissitudini ora sociali e ora sessuali, ora familiari e ora esistenziali del personaggio principale ruotano in senso lato intorno all’universo dell’amore.
Seconda metà del Novecento
Ancora più variegata è la produzione letteraria dei decenni successivi, che vede i romanzi di formazione intrecciarsi con il secondo conflitto mondiale, con la Resistenza e con un’Italia sempre più scossa dai cambiamenti sociopolitici della modernità.
Impossibile non menzionare al riguardo Il sentiero dei nidi di ragno (1947) di Italo Calvino (1923-1985), che ha come cornice proprio il movimento partigiano, così come la trilogia I nostri antenati dello stesso autore, che fra il 1952 e il 1959 pubblica Il visconte dimezzato, Il barone rampante e Il cavaliere inesistente.
Si tratta di tre storie apparentemente fuori dal tempo, ma che proprio grazie al loro carattere fantastico-allegorico restano fra i libri per ragazzi di 12 anni e oltre più apprezzati fino ai nostri giorni. Con un piede nella realtà e un altro nell’immaginazione si colloca anche L’isola di Arturo (1954) di Elsa Morante (1912-1985), mentre il filone più storico resta preponderante nei racconti Le piccole vacanze (1957) di Alberto Arbasino (1930-2020), e poi nei romanzi di formazione Ragazzi di vita (1955) e Una vita violenta (1959) a firma di Pier Paolo Pasolini (1922-1975).
gli anni Sessanta sono segnati dagli strascichi della guerra – basti pensare a La ragazza di Bube (1960) di Carlo Cassola (1917-1987), a Il giardino dei Finzi-Contini (1962) di Giorgio Bassani (1916-2000) o a Il partigiano Johnny (1968) di Beppe Fenoglio (1922-1963) -, ma fra i romanzi di formazione iniziano ad apparire anche nuove tematiche, come quella dell’aborto affrontata ne L’età del malessere (1963) di Dacia Maraini (1936).
Influenzati dai fermenti sociali sempre più incalzanti sono anche Ernesto (1975) di Umberto Saba (1983-1957), dedicato a un amore omosessuale, Una giovinezza inventata (1979) di Lalla Romano (1906-2001), Boccalone (1979) di Enrico Palandri (1956), e Altri libertini (1980), raccolta di racconti d’esordio di Pier Vittorio Tondelli (1955-1991): il primo dedicato all’educazione femminile, e gli altri due a degli amori destabilizzanti cui fanno da sfondo i tumulti bolognesi del 1977.
Il rapporto con il sesso, con la droga e con il viaggio, insieme a una sempre più forte coscienza politica, rimane cruciale anche nei romanzi di formazione successivi, da Seminario sulla gioventù (1984) di Aldo Busi (1948) a Due di due (1989) di Andrea De Carlo (1952), fino ad arrivare negli anni Novanta a Jack Frusciante è uscito dal gruppo (1994) di Enrico Brizzi (1974) e a Sostiene Pereira (1994) di Antonio Tabucchi (1943-2012).
A collocarsi in una dimensione diversa, negli ultimi anni del Novecento, sono invece le opere di Bianca Pitzorno (1942) e di Silvana Gandolfi (1940): le due scrittrici, infatti, oltre a essere molto prolifiche e a strutturare spesso i loro romanzi di formazione dal punto di vista di bambine e ragazzine, descrivono la crescita delle protagoniste con delicata ironia, optando per uno stile meno cupo (e però sempre profondo) e raggiungendo un grande successo con libri come Ascolta il mio cuore (1991), la prima, e L’isola del tempo perso (1997), la seconda.
I romanzi di formazione contemporanei.
Se ai romanzi di formazione a partire dagli anni Duemila abbiamo scelto di riferirci con l’aggettivo “contemporanei“, nonostante un mondo che cambia e si evolve sempre più fretta, è perché la loro influenza e le dinamiche delle quali parlano sono ancora le nostre, perfino quando siamo davanti a libri usciti ormai da un ventennio, e che a prima vista ci sembrerebbero già di un’altra epoca.
In realtà, proprio nei primi anni del nuovo millennio, si afferma una tendenza ancora diffusa, ovvero quella di raccontare la provincia e la periferia del grande mondo occidentale (e non solo) attraverso gli occhi di personaggi semplici, spesso ai margini della società, ma il cui coraggio e i cui tentativi di autoaffermazione diventano un commovente modello per chiunque.
Fra i romanzi di formazione più conosciuti in tal senso possiamo ricordare Io non ho paura (2001) di Niccolò Ammaniti (1966), Una barca nel bosco (2004) di Paola Mastrocola (1956)
Spesso consigliate fra i libri per ragazzi di 13 o 14 anni, queste a ben vedere sono tutte opere a sfondo sociale e di ampio respiro, che descrivendo contesti storici e geografici di privazione, sfruttamento e intimidazione ci trascinano lontano da casa per spingerci a riflettere sulle complesse condizioni di vita dei nuovi giovani, e che risultano significative da leggere a tutte le età.
Un ulteriore filone che possiamo rintracciare nel XXI secolo riguarda, poi, quei protagonisti le cui difficoltà nella crescita non sono legate a elementi dell’ambiente circostante, bensì a un mondo interiore fatto di ritardi mentali, di disturbi psicologici o anche “solo” di traumi e di disagi psichici: in Italia, esce Cento colpi di spazzola prima di andare a dormire (2003) di Melissa P. (1985), e La solitudine dei numeri primi (2008), con cui nello stesso anno Paolo Giordano (1982) ha vinto il Premio Strega e il Premio Campiello Opera Prima.
Anche gli anni Dieci, in continuità con i precedenti, vedono l’affermarsi di romanzi di formazione sempre più complessi, fra le cui pagine si intrecciano i due andamenti dei quali abbiamo appena parlato: esemplificativa al riguardo e' la tetralogia de L’amica geniale di Elena Ferrante, uscita fra il 2011. Ultima, ma non per importanza, tra i romanzi di formazione che segnaliamo in questa sede è la saga di Olga di carta (2015) di Elisabetta Gnone (1965), un libro contenente vari inserti in papercut e che, tramite la storia della piccola e creativa protagonista, ci ricorda (in una perfetta quadratura del cerchio trattato fino a qui) quanto la differenza, l’imperfezione, la sensibilità e la delicatezza restino di fatto i tratti che ci rendono umani, a prescindere dalla nostra età anagrafica.
Le opere degli ultimi anni
D’ora in avanti staremo a vedere quali, tra i romanzi di formazione più recenti, pubblicati cioè dal 2015 in poi, avranno la forza (e la fortuna) di diventare nel tempo dei veri e propri cult: servirà qualche anno in più per capire quali libri leggere come dei classici moderni.
Potrebbe trattarsi di quello che finora siamo stati abituati a concepire come un romanzo rosa o un romanzo epistolare, come un romanzo distopico o come un fantasy: chi può dirlo?
Quel che è certo è che non mancano già dei casi editoriali da tenere d’occhio, in cui l’elemento digitale e la transmedialità si fanno sempre più preponderanti, e in cui la crescita in una società postcontemporanea è marcata da molti dei dibattiti ancora in corso, e da svolte epocali quali la nascita del progetto Erasmus (nel già lontano 1987), la crisi del 2009, gli attentati rivendicati dall’ISIS dal 2014 o, più di recente, la pandemia da Covid-19.
Già da tempo, per restare al passo con le novità di oggi e con i testi di culto di domani, abbiamo raccolto in specifici articoli (come questo del 2016) alcuni tra i romanzi di formazione più significativi dell’anno in corso, riproponendo il format nel 2018, nel 2020 e naturalmente nel 2021, anno in occasione del quale abbiamo individuato oltre 40 nuovi consigli per bambini dai 3 anni fino agli 8 e 10 anni, e oltre 30 consigli per ragazzi dagli 11 anni in su.
Che tra questi ci siano ci siano dei titoli destinati a diventare degli evergreen fra i romanzi di formazione è indubbio; appuntamento tra qualche tempo per scoprire insieme di quali si tratterà…
Ottocento e primo NovecentoSe osserviamo le altre pubblicazioni italiane del XIX secolo, noteremo che non mancano poi romanzi di formazione propriamente detti, e afferenti spesso alla produzione cosiddetta “alta”: da Le confessioni d’un italiano (1867) di Ippolito Nievo (1831-1861) a un romanzo siciliano del calibro di Storia di una capinera (1871), o anche de I Malavoglia (1878), entrambi tra i più significativi romanzi di Giovanni Verga (1840-1922).
Pochi anni dopo, e precisamente nel 1883, Carlo Collodi (1826-1890) pubblica invece Le avventure di Pinocchio, che è un romanzo di formazione tra i più amati e tradotti in tutto il mondo ancora oggi, e a seguire arrivano Cuore (1886) di Edmondo De Amicis (1846-1908) e nel 1912 Il Giornalino di Gian Burrasca di Vamba (1858-1920): tre opere grazie alle quali – sebbene in maniere differenti – gli scontri generazionali e le difficoltà quotidiane del protagonista hanno a che fare anche con il mondo della scuola.
Dopodiché, spostandoci al periodo successivo alla prima guerra mondiale, osserviamo che il cardine intorno a cui ruotano molti romanzi di formazione italiani diviene l’iniziazione dei sentimenti – fra le pubblicazioni più celebri, ricordiamo Con gli occhi chiusi (1919) di Federigo Tozzi (1883-1920) e Gli indifferenti (1929) e Agostino (1944), scritti dallo scrittore e giornalista Alberto Moravia (1907-1990).
Com’è evidente, tuttavia, nei casi citati non si può parlare di vere e proprie storie d’amore, o di libri romantici, bensì di opere in cui con le vicissitudini ora sociali e ora sessuali, ora familiari e ora esistenziali del personaggio principale ruotano in senso lato intorno all’universo dell’amore.
Seconda metà del Novecento
Ancora più variegata è la produzione letteraria dei decenni successivi, che vede i romanzi di formazione intrecciarsi con il secondo conflitto mondiale, con la Resistenza e con un’Italia sempre più scossa dai cambiamenti sociopolitici della modernità.
Impossibile non menzionare al riguardo Il sentiero dei nidi di ragno (1947) di Italo Calvino (1923-1985), che ha come cornice proprio il movimento partigiano, così come la trilogia I nostri antenati dello stesso autore, che fra il 1952 e il 1959 pubblica Il visconte dimezzato, Il barone rampante e Il cavaliere inesistente.
Si tratta di tre storie apparentemente fuori dal tempo, ma che proprio grazie al loro carattere fantastico-allegorico restano fra i libri per ragazzi di 12 anni e oltre più apprezzati fino ai nostri giorni. Con un piede nella realtà e un altro nell’immaginazione si colloca anche L’isola di Arturo (1954) di Elsa Morante (1912-1985), mentre il filone più storico resta preponderante nei racconti Le piccole vacanze (1957) di Alberto Arbasino (1930-2020), e poi nei romanzi di formazione Ragazzi di vita (1955) e Una vita violenta (1959) a firma di Pier Paolo Pasolini (1922-1975).
gli anni Sessanta sono segnati dagli strascichi della guerra – basti pensare a La ragazza di Bube (1960) di Carlo Cassola (1917-1987), a Il giardino dei Finzi-Contini (1962) di Giorgio Bassani (1916-2000) o a Il partigiano Johnny (1968) di Beppe Fenoglio (1922-1963) -, ma fra i romanzi di formazione iniziano ad apparire anche nuove tematiche, come quella dell’aborto affrontata ne L’età del malessere (1963) di Dacia Maraini (1936).
Influenzati dai fermenti sociali sempre più incalzanti sono anche Ernesto (1975) di Umberto Saba (1983-1957), dedicato a un amore omosessuale, Una giovinezza inventata (1979) di Lalla Romano (1906-2001), Boccalone (1979) di Enrico Palandri (1956), e Altri libertini (1980), raccolta di racconti d’esordio di Pier Vittorio Tondelli (1955-1991): il primo dedicato all’educazione femminile, e gli altri due a degli amori destabilizzanti cui fanno da sfondo i tumulti bolognesi del 1977.
Il rapporto con il sesso, con la droga e con il viaggio, insieme a una sempre più forte coscienza politica, rimane cruciale anche nei romanzi di formazione successivi, da Seminario sulla gioventù (1984) di Aldo Busi (1948) a Due di due (1989) di Andrea De Carlo (1952), fino ad arrivare negli anni Novanta a Jack Frusciante è uscito dal gruppo (1994) di Enrico Brizzi (1974) e a Sostiene Pereira (1994) di Antonio Tabucchi (1943-2012).
A collocarsi in una dimensione diversa, negli ultimi anni del Novecento, sono invece le opere di Bianca Pitzorno (1942) e di Silvana Gandolfi (1940): le due scrittrici, infatti, oltre a essere molto prolifiche e a strutturare spesso i loro romanzi di formazione dal punto di vista di bambine e ragazzine, descrivono la crescita delle protagoniste con delicata ironia, optando per uno stile meno cupo (e però sempre profondo) e raggiungendo un grande successo con libri come Ascolta il mio cuore (1991), la prima, e L’isola del tempo perso (1997), la seconda.
I romanzi di formazione contemporanei.
Se ai romanzi di formazione a partire dagli anni Duemila abbiamo scelto di riferirci con l’aggettivo “contemporanei“, nonostante un mondo che cambia e si evolve sempre più fretta, è perché la loro influenza e le dinamiche delle quali parlano sono ancora le nostre, perfino quando siamo davanti a libri usciti ormai da un ventennio, e che a prima vista ci sembrerebbero già di un’altra epoca.
In realtà, proprio nei primi anni del nuovo millennio, si afferma una tendenza ancora diffusa, ovvero quella di raccontare la provincia e la periferia del grande mondo occidentale (e non solo) attraverso gli occhi di personaggi semplici, spesso ai margini della società, ma il cui coraggio e i cui tentativi di autoaffermazione diventano un commovente modello per chiunque.
Fra i romanzi di formazione più conosciuti in tal senso possiamo ricordare Io non ho paura (2001) di Niccolò Ammaniti (1966), Una barca nel bosco (2004) di Paola Mastrocola (1956)
Spesso consigliate fra i libri per ragazzi di 13 o 14 anni, queste a ben vedere sono tutte opere a sfondo sociale e di ampio respiro, che descrivendo contesti storici e geografici di privazione, sfruttamento e intimidazione ci trascinano lontano da casa per spingerci a riflettere sulle complesse condizioni di vita dei nuovi giovani, e che risultano significative da leggere a tutte le età.
Un ulteriore filone che possiamo rintracciare nel XXI secolo riguarda, poi, quei protagonisti le cui difficoltà nella crescita non sono legate a elementi dell’ambiente circostante, bensì a un mondo interiore fatto di ritardi mentali, di disturbi psicologici o anche “solo” di traumi e di disagi psichici: in Italia, esce Cento colpi di spazzola prima di andare a dormire (2003) di Melissa P. (1985), e La solitudine dei numeri primi (2008), con cui nello stesso anno Paolo Giordano (1982) ha vinto il Premio Strega e il Premio Campiello Opera Prima.
Anche gli anni Dieci, in continuità con i precedenti, vedono l’affermarsi di romanzi di formazione sempre più complessi, fra le cui pagine si intrecciano i due andamenti dei quali abbiamo appena parlato: esemplificativa al riguardo e' la tetralogia de L’amica geniale di Elena Ferrante, uscita fra il 2011. Ultima, ma non per importanza, tra i romanzi di formazione che segnaliamo in questa sede è la saga di Olga di carta (2015) di Elisabetta Gnone (1965), un libro contenente vari inserti in papercut e che, tramite la storia della piccola e creativa protagonista, ci ricorda (in una perfetta quadratura del cerchio trattato fino a qui) quanto la differenza, l’imperfezione, la sensibilità e la delicatezza restino di fatto i tratti che ci rendono umani, a prescindere dalla nostra età anagrafica.
Le opere degli ultimi anni
D’ora in avanti staremo a vedere quali, tra i romanzi di formazione più recenti, pubblicati cioè dal 2015 in poi, avranno la forza (e la fortuna) di diventare nel tempo dei veri e propri cult: servirà qualche anno in più per capire quali libri leggere come dei classici moderni.
Potrebbe trattarsi di quello che finora siamo stati abituati a concepire come un romanzo rosa o un romanzo epistolare, come un romanzo distopico o come un fantasy: chi può dirlo?
Quel che è certo è che non mancano già dei casi editoriali da tenere d’occhio, in cui l’elemento digitale e la transmedialità si fanno sempre più preponderanti, e in cui la crescita in una società postcontemporanea è marcata da molti dei dibattiti ancora in corso, e da svolte epocali quali la nascita del progetto Erasmus (nel già lontano 1987), la crisi del 2009, gli attentati rivendicati dall’ISIS dal 2014 o, più di recente, la pandemia da Covid-19.
Già da tempo, per restare al passo con le novità di oggi e con i testi di culto di domani, abbiamo raccolto in specifici articoli (come questo del 2016) alcuni tra i romanzi di formazione più significativi dell’anno in corso, riproponendo il format nel 2018, nel 2020 e naturalmente nel 2021, anno in occasione del quale abbiamo individuato oltre 40 nuovi consigli per bambini dai 3 anni fino agli 8 e 10 anni, e oltre 30 consigli per ragazzi dagli 11 anni in su.
Che tra questi ci siano ci siano dei titoli destinati a diventare degli evergreen fra i romanzi di formazione è indubbio; appuntamento tra qualche tempo per scoprire insieme di quali si tratterà…